Da quanto tempo non usi la tua immaginazione?
Facciamo un gioco per allenare questo superpotere.
Chi mi conosce (ma pure chi mi segue sui social) sa che ho avuto un momento molto buio nella mia vita. Ne ho parlato in varie occasioni. Era il 2016, avevo appena avuto la mia prima diagnosi, avevo perso un lavoro che ritenevo quello dei miei sogni, ed ero ritornata al paesello (lo so, Agrigento è una città, ma è anche un po’ paesello) con zero prospettive. Un giorno un’amica venne a trovarmi e mi portò 5 libri che non le interessavano, che stava per donare alla biblioteca. Ma vista la mia condizione di depressione, decise invece di donarli a me. Magari ti aiutano a distrarti. Erano i primi 5 libri di Harry Potter. Oltretutto, era appena morto Alan Rickman e quindi avevo visto di recente i film.
Da bambina amante della biblioteca, avevo preso in prestito Harry Potter e la pietra filosofale subito dopo la sua uscita. Non mi era piaciuto, ci avevo messo una pietra sopra. Ma ora mi ritrovavo a 24 anni con moltissimo tempo a disposizione e il desiderio irrefrenabile di una fuga dalla realtà. A quei libri (e al personaggio di Severus Piton in particolare, ma questa è un’altra storia) devo la mia vita2. Ma non sono stati solo i libri a salvarmi.
Conoscere e leggere Harry Potter, anche se oggi sembra una follia, nel 2016 significava entrare in una comunità di gente disperata come me. Per motivi del tutto diversi (e per motivi che oggi l’autrice definirebbe sbagliati, vabbè la fama le ha dato alla testa, poi parleremo anche di questo), eravamo tutte anime alla deriva, alla ricerca di qualcosa a cui aggrapparci. Il mondo fantastico in cui erano ambientate le storie di quella saga si rivelò per caso il posto in cui ritrovarci. Lo sono stati, nella storia della cultura pop, innumerevoli mondi. Penso al Trono di Spade, al Signore degli Anelli, a Star Wars e a Star Trek, ma pure alla passione per Jane Austen che porta le persone di tutto il mondo a organizzare pic nic in costume.
Ti ricordi cos’è un headcanon?
Non ci bastava leggere e rileggere i libri e parlarne tra noi. Inventavamo giochi di ruolo, spin-off, fan fiction e headcanon. Sai cos’è?
Headcanon = (fandom slang) Elementi e interpretazioni di un universo fittizio accettati da un individuo o da un piccolo gruppo di fan, ma non necessariamente riscontrabili all’interno del canone ufficiale o supportati dall’autore.
INVENTAVAMO LE COSE. Prendevamo due personaggi a caso, che so, Draco e Mirtilla Malcontenta, e immaginavamo una storia d’amore tra i due nei bagni di Hogwarts. E non era mica una cosa nuova o mai sentita.
Sai che alcuni dei romanzi più famosi al mondo sono delle fan fiction? Ovvero delle storie inventate da unə fan sulla base di personaggi già esistenti. L’esempio più classico è Cinquanta sfumature di grigio, nato come fan fiction sadomaso di Twilight. Ma ci sono esempi più edificanti. Tipo: Il grande mare dei Sargassi di Jean Rhys è una fan fiction di Jane Eyre. Immagina infatti la storia di Antoinette Cosway, la prima moglie del signor Rochester, in chiave femminista e anticoloniale.
Gli headcanon, oggi
Il mese scorso, come sai se mi segui perché ne ho parlato ovunque, ho letto La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo. Nel frattempo, il mese scorso andava anche in onda Sanremo. Leggi questi versi della canzone di Brunori Sas:
E nei tuoi occhi di mamma adesso splende una piccola fiamma
Io come sempre canguro fra il passato e il futuro
Scrivo canzoni d'amore alla ricerca di un porto sicuro[…]
E tu sei stata bravissima all'esame di maturità
Ad unire i puntini fra la mia bocca e la verità[Brunori Sas - L’albero delle noci]
Bene, non ti faccio spoiler ma ho scritto sui social che un particolare capitolo di La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo mi ha ricordato questi versi della canzone. Oh, qualcuno mi ha risposto “Ma no, la canzone è dedicata alla figlia di Brunori”. E lo so. Lo so. STAVO INVENTANDO una connessione tra due prodotti di intrattenimento che mi è capitato di avere davanti nello stesso periodo. Stavo usando l’immaginazione. Stavo scrivendo un headcanon in cui Brunori Sas è un viaggiatore del tempo. Mi stavo divertendo.
Cosa abbiamo fatto della nostra immaginazione?
Questo episodio ha aperto i miei occhi a tutta una serie di cose che non siamo più abituati a fare. La più importante, e anche la più grave, credo che sia proprio usare l’immaginazione. Difficile dire di chi sia la colpa. Una parte va attribuita alla pervasività dei contenuti online (come anche questo che stai leggendo) nella nostra vita quotidiana. Per ogni prodotto di intrattenimento che consumiamo ci sono tonnellate di interviste agli sceneggiatori, approfondimenti sugli attori, video che indagano ogni easter egg.
E poi ogni cosa diventa un universo, con spin-off, prequel e sequel che danno risposta a domande che non ci sarebbero mai neanche venute in mente. Perché dovrei chiedermi che fine ha fatto il personaggio TaldeiTali dopo i titoli di coda? Tra al massimo un paio d’anni uscirà un sequel che me lo racconterà. E immaginare cosa sia successo tra una scena e l’altra? Non ha nessuna utilità, basta guardare i video del dietro le quinte. Se amo una saga letteraria, troverò il blog o i social dell’autorə in cui mi racconterà a chi si è ispiratə, qual era la sua idea iniziale e come l’ha sviluppata nel tempo, come dovrei interpretare una scena e perché.
E la nostra immaginazione, in tutto questo, che fine fa? Stiamo perdendo una capacità preziosa, che ci distingue davvero da qualsiasi robot o intelligenza artificiale. E che si ramifica in tantissimi altri ambiti. Smettiamo di immaginare e quindi non capiamo che dall’altra parte dello schermo, quando scriviamo sui social, c’è una persona. Ci fermiamo alla superficie. Smettiamo di considerare le innumerevoli sfaccettature di un personaggio o di una scena, e quindi perdiamo l’abitudine di capire gli altri esseri umani. Smettiamo di farci domande e quando le facciamo troviamo subito la risposta. Così non interroghiamo il nostro sentire e non sviluppiamo un pensiero personale.
Facciamo un gioco
Siamo così bravi, quando si parla di libri, film e serie tv, a dire che questo è giusto e quello è sbagliato. Pensa, una volta uno mi ha scritto (sui social) che non poteva piacermi il personaggio di una serie tv, perché era brutto. Cioè questa persona ha visto un personaggio, e l’attore che lo interpreta, e ha deciso che per lui non è abbastanza attraente. Ha preso questo punto di vista soggettivo e lo ha esteso anche a me, decidendo che se per lui un personaggio non è attraente, non può esserlo per nessun altro, che tuttə condividiamo un unico metro di paragone, oltretutto limitato al solo aspetto fisico come se un personaggio non potesse piacerci anche per la sua storia, il suo carattere ecc.
In un mondo in cui abbiamo accesso a tutta la conoscenza e a tutte le prospettive possibili, ci rinchiudiamo in una sola. E poi ciarliamo di pensare con la propria testa. Possibile che non sappiamo più esercitare l’immaginazione, né il discernimento tra gli ambiti in cui usarla? Io credo che ci stiamo davvero facendo del male. Che se continuiamo così, davvero, provocheremo l’estinzione della razza umana, perché stiamo perdendo le sue funzioni fondanti. Tra cui sì, l’uso del cervello non solo per sapere che il cielo è azzurro, ma anche per chiederci chi ha inventato il cielo e il colore azzurro, e chi ha deciso che si chiamassero così, e come è andata la conversazione con la prima persona al mondo a cui ha detto “Oh, lo sai che secondo me il cielo è…azzurro?”
Rischiamo grosso, davvero. Ma possiamo ancora rimediare. Facciamo un gioco. Prendi qualsiasi prodotto (libro, film, serie tv, ma anche canzone, poesia, racconto popolare, proverbio) e inventa un headcanon. Tipo per me Jaime Lannister e Brienne di Tarth hanno passato gli ultimi 12 anni dedicandosi ad attività poco cavalleresche nell’accampamento di Pennytree3. Adesso fallo tu. Scrivilo. Se ti va condividilo, sono super curiosa di leggerlo, ma se non ti va fa lo stesso. L’importante è che eserciti il superpotere dell’immaginazione e salvi un pochino della tua umanità.
📝 A marzo ho scritto:
La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo: come narrare (bene) la malattia
La fabbricante di Barcellona e come la società sa mettere donne contro altre donne
Chi ha redatto il manifesto di Ventotene? Un esercizio di immaginazione sul ruolo delle donne
A marzo è uscita anche la terza puntata di “Ma parla di me?” dedicata a Elsa di Frozen. Se vuoi recuperare tutti i miei approfondimenti sui personaggi della cultura pop, anche in versione audio, li trovi qui.
📖 A marzo ho letto:
La fabbricante di Barcellona, di Dolors Monserdà i Vidal ⭐️⭐️⭐️
Empatia digitale. Le parole sono di tutti, il contenuto è tuo, di Assunta Corbo ⭐️⭐️⭐️⭐️
La sovrana lettrice, di Alan Bennett ⭐️⭐️⭐️⭐️
Dieci piccoli indiani, di Agatha Christie ⭐️⭐️⭐️⭐️
📺 A marzo ho visto:
The White Lotus 3 di Mike White. Della meraviglia e dei traumi di questa serie tv parleremo quando sarà finita la stagione.
I riassunti dei film di Harry Potter di Il Trono del Muori, che ti consiglio di seguire. Effetti collaterali: mi fa parlare in romanesco anche se non ho mai trascorso più di una settimana a Roma.
Wicked - Parte I di Jon M. Chu, che modellerà la mia personalità per un po’ di tempo 💚💗
Se leggi l’inglese, l’ho raccontata qui.
Jaime Lannister e Brienne di Tarth sono due personaggi di Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco (Game of Thrones) di George R. R. Martin. Anche se la serie tv è finita nel 2019, i libri sono ancora in corso di pubblicazione. Nell’ultimo volume pubblicato, La danza dei draghi (2012) i due si sono incontrati nell’accampamento di Pennytree e sono in procinto di visitare Lady Stoneheart. Se non conosci Lady Stoneheart, leggi il mio articolo sui personaggi che non sono mai apparsi nella serie tv. E poi leggi i libri.
Potrei shippare Mary Bennet con Henry Crawford...